giovedì 6 dicembre 2012

Brasile: Indigeni Guaranì in difesa della canna da zucchero

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(Survival) - Negli ultimi quattro anni, l’invasione della canna da zucchero, insieme ai macchinari e ai pesticidi ad essa collegati, ha rovinato la vita di una comunità di 225 Guarani dello stato del Mato Grosso do Sul, in Brasile. A denunciarlo è la stessa comunità, Jata Yvari, privata della sua terra per fare posto alle piantagioni.
L’azienda statunitense Bunge commercia cereali a livello mondiale, è coinvolta nel fiorente mercato brasiliano dei biocarburanti e si procura canna da zucchero dagli agricoltori che si sono accaparrati la terra ancestrale dei Guarani. Oggi il colosso dell’industria alimentare sotto accusa per aver tenuto un’intera comunità indigena lontana dalla sua terra, di aver inquinato i corsi d’acqua e inflitto malattie e morte agli Indiani Guarani.
“Noi Guarani non vogliamo più che venga piantata canna da zucchero nella nostra terra" ha denunciato la comunità a Survival International.
“Le piantagioni danneggiano la nostra salute e quella dei nostri figli e degli anziani, e il veleno inquina l’acqua”.
I Guarani raccontano che i pesticidi irrorati dagli aerei cadono sulla loro comunità, e che i macchinari e i raccolti sono lasciati marcire nei corsi d’acqua da cui la comunità dipende.
In una lettera alle autorità nazionali chiedono che la loro terra sia demarcata e che bianchi dell’area siano allontanati, “perchè con loro non abbiamo spazio per cacciare e pescare né per praticare le nostre tradizioni. Vogliamo preservare la foresta, che loro stanno distruggendo e per ricavarne denaro illegalmente”.
Solo quest’anno, in questa comunità si sono suicidati due ragazzi, dell’età rispettivamente di 16 e 13 anni. Sono stati trovati impiccati agli alberi. E un camion dalla Bunge proveniente dalle piantagioni ha investito e ucciso un uomo. 

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