martedì 30 ottobre 2012

Guatemala: Scuola e alimentazione

una notizia al giorno per ribadire che IL CIBO È PER TUTTI – se aderisci fai girare!   

(Gaia Consadori da Chimaltenango) - Quando all’alunno si garantisce un pasto a scuola, cala sensibilmente il dato di dell’abbandono scolastico e aumenta la frequenza quotidiana e il livello di attenzione alle lezioni è maggiore. “E’ una delle ragioni principali – sostengono maestri e direttori scolastici in Guatemala- per cui le famiglie mandano i figli a scuola”.
Dal 2008 il Ministero dell’Educazione guatemalteco (Mineduc) ha stabilito di destinare 0,10 € al giorno per ogni alunno delle scuole pubbliche urbane, e 0,16 € per gli alunni dei centri scolastici rurali, per la fornitura di una merenda scolastica. Una somma che in realtà copre appena l’acquisto di un bicchiere di atol (bevanda a base di mais) ed eventualmente di un frutto. Ciò nonostante, seppure rappresenti un apporto minimo, l’atol è comunque più nutriente della tazza di solo caffè che solitamente costituisce la colazione mattutina della maggior parte dei bambini guatemaltechi.
Però, secondo una recente inchiesta del giornale El Periodico, il nuovo governo guatemalteco, non solo ha tagliato i fondi destinati al programma di alimentazione scolastica, ma ad agosto aveva erogato solo un terzo dei fondi previsti per il 2012.
Nei primi 7 mesi dell’anno il Ministero ha inviato una media di 0,064 € al giorno per bambino nelle scuole elementari e 0,061€ all’asilo: circa la metà di quanto come Ministero di Educazione si sarebbe obbligato ad assegnare.
A fine luglio, e nonostante l’importanza del programma, i fondi sono stati ulteriormente. Dall’avvio del programma di merenda scolastica nel 2008, quest’anno è il peggiore.
Secondo i calcoli fatti dall’Istituto Centroamericano de Estudios Fiscales (Icefi) il budget, assegnato in Guatemala per la merenda, garantisce solo il 22% del fabbisogno giornaliero di calorie mentre la media latinoamericana è del 31%.
Inoltre, i pochi fondi stanziati, arrivano molto in ritardo. La maggior parte delle scuole in febbraio ha ricevuto fondi per 30 giorni di scuola con i quali i direttori sono riusciti a fornire la merenda fino a metà di aprile riducendo di molto le razioni per bimbo. Poi più nulla.
Per garantire il servizio alcuni insegnanti hanno fatto gli acquisti a credito, altri hanno chiesto il contributo delle famiglie, altri ancora, visto che i fondi anticipati in passato non sono mai stati rimborsati da parte del Ministero, non garantiscono più il servizio della merenda.
Quasi tutti sono abituati allo stato di penuria, e cercano di valorizzare al meglio i pochi fondi, magari coinvolgendo gli stessi genitori che a turno sono incaricati di cucinare e ridurre la distribuzione della merenda a sole 2 o 3 volte alla settimana, riuscendo ad arrivare in questo modo a coprire fino a 50 o 60 giorni.
A questa grave situazione negli ultimi mesi ha supplito il progetto Edad de Oro Montecristo che, attraverso il programma “Nutriendo con Amor”, ha garantito mensilmente alle scuole, coinvolte nel progetto, gli ingredienti di base come mais, fagioli, riso oltre a zucchero, sale, latte e incaparina (composta da farina di mais, soia, vitamine e minerali dall’alto valore nutrizionale), ma anche verdure e frutta locale che, seppure reperibile facilmente, non si è abituati a consumare nelle comunità.
Gruppi di donne (spesso madri degli alunni) hanno inoltre partecipato ai corsi organizzati e impartiti dalle cuoche specializzate del Centro Monte Cristo per la preparazione di alimenti e ora dispongono di ricettari compilati sulla base delle indicazioni fornite dalla nutrizionista, adeguati perciò a ciascuna comunità scolastica.
E sono questi stessi ricettari, e i relativi protocolli alimentari, a dare particolare valore alla somministrazione di colazioni e merende dall’alto valore nutritivo che, corrispondano ai gusti locali e, nello stesso tempo, utilizzino le materie prime disponibili nelle diverse comunità.

Nessun commento:

Posta un commento