sabato 12 gennaio 2013

NON MANGIAMO PIU’ DA SOLI. Buoni propositi per il 2013

Con oggi si chiude la nostra campagna news “Io non mangio da solo”. L’impegno assunto con voi sostenitori, soci, simpatizzanti e nuovi lettori, lo scorso 15 settembre, era di offrirvi per 4 mesi una notizia al giorno sul diritto al cibo.
Un appuntamento diventato quotidiano che, se ad alcuni può essere parso persino eccessivo, rappresenta per noi un atto dovuto nei riguardi di chi, come voi, ci accorda la sua fiducia, accetta di fermarsi a raccogliere i nostri messaggi e, in molti casi, si rende disponibile a condividere, moltiplicare e sostenere il nostro obiettivo.
Pensare di coinvolgervi in una sfida così importante, come la lotta a denutrizione e malnutrizione per contribuire a stabilire in 7 Paesi e 10 Programmi di cooperazione allo sviluppo una sicurezza, quando non anche una “sovranità”, alimentare in comunità storicamente escluse dal benessere, senza potervi offrire contesti, motivi e dati corretti, opinioni, storie e possibilmente risultati positivi, non avrebbe dato lo stesso senso a una campagna che voleva essere innanzitutto una condivisione di riflessione e impegno civile.
Ecco perché abbiamo chiesto ai nostri cooperanti in Mozambico, Burkina, Haiti, Perù, Bolivia e Guatemala di aggiungere al proprio lavoro sul campo anche la scrittura di queste 100 news che nella loro semplicità vi facessero sentire più vicine le tante realtà in cui noi operiamo.
A 4 mesi di distanza dal suo avvio crediamo che questa campagna sia stata un’opportunità di crescita e informazione e -semmai ci fossimo riusciti- anche una modalità diretta e trasparente per chiedere la vostra partecipazione a una sfida che è comune, globale, improcrastinabile.
Sarebbe allora bello che adesso ciascuno di noi, secondo le proprie possibilità e sensibilità, raccogliesse da questa esperienza un piccolo testimone che, anche solo simbolicamente, diventasse una sorta di impegno personale da portare a termine in questo 2013.
Per dimostrarci che in fondo tutto questo lo facciamo anche un po’ per noi stessi. Per crescere “dentro” oltre che fuori, parafrasando quel che si diceva un tempo. E per convincerci che in fondo ciò a cui andiamo in conto è esattamente ciò che avremo costruito. Né più e né meno.
Accendere un sostegno a distanza di un agricoltore, uno scolaro, un bambino di strada; ma anche farsi portavoce in una scuola, una libreria, nella cerchia dei propri amici di questa iniziativa, aiutati magari dal nostro ricettario “Buono come il Pane”, da una mostra didattica, da un banchetto di solidarietà di tshirt o artigianato, sono soltanto alcune delle scelte su cui concretizzare il nostro impegno personale. Allora sì che il risultato sarà più completo, comune e soprattutto sarà NOSTRO.

contattaci per saperne di più: sostegno@mlal.org

Sul piatto della bilancia

La campagna di news pubblicate quotidianamente sul nostro sito, settimanalmente sul nostro blog, e replicate sulla pagina Facebook Io non mangio da solo, e ancora distribuite e rimbalzate dai nostri soci, gruppi e operatori in tutta Italia, è stata un po’ il leit motiv dell’intera iniziativa, e in molti casi è diventata occasione di comunicazione, conoscenza e di formazione nelle scuole. Complessivamente sono state visitate 12.474 pagine (oltre 3 mila al mese e una media di circa un centinaio al giorno).
Se siamo riusciti anche solo una volta alla settimana a richiamare l’attenzione sulla cooperativa di agricoltori boliviani che ha creato un marchio di economia solidale per commercializzare i propri prodotti agricoli, anziché sull’equipe di operatori burkinabè che hanno battuto la malnutrizione grave in 2 regioni del Paese africano, o se vi foste soltanto fermati a curiosare tra le ricette della cucina mozambicana o vi foste entusiasmati della cultura gastronomica peruviana… per noi sarebbe un importante successo.
Arrivare lì dove non siamo ancora conosciuti come un Organismo di cooperazione internazionale serio e capace, o entrare in ambienti dove il tema dello sviluppo (e non solo dell’aiuto) non è propriamente di casa, o anche guadagnare testimonial naturali e spontanei sui nostri territori locali, era infatti uno dei principali obiettivi di questa campagna.
Siamo perciò fieri di essere stati via via affiancati in questi mesi da oltre 50 partner, tra associazioni, istituzioni, imprese e scuole, che a nostro nome hanno promosso gratuitamente raccolte di fondi o eventi promozionali nelle loro città e case.
Grazie al concorso di ricette “Buono come il pane”, abbiamo inoltre coinvolto più di 200 nuovi volontari che si sono messi a nostro servizio per diffondere, spingere e facilitare il nostro compito.
La rete di food blogger italiane ha poi ospitato su almeno 90 blog specializzati, condividendo quindi centinaia di propri lettori, un tema così serio e altro rispetto al puro piacere della tavola. Tutto questo andrà naturalmente a bilancio della campagna!

venerdì 11 gennaio 2013

Guatemala: Lotta alla povertà, non solo parole

una notizia al giorno per ribadire che IL CIBO È PER TUTTI – se aderisci fai girare!  

(Gaia Consadori da Chimaltenango) - Secondo una recente inchiesta dell’Inter Press Service, i programmi di lotta alla povertà del governo di Otto Pèrez Molina non sono riusciti ad andare oltre la campagna propagandistica. Tanto che, ad oggi, 1 milione di bambini guatemaltechi soffre di malnutrizione cronica, mentre le migliaia di bambini soffrono le conseguenza della insicurezza alimentare in attesa del Programma Fame Zero lanciato dal nuovo governo nel febbraio nel 2012.
Secondo la testimonianza di Jonathan Menkos, direttore dell’ Istituto Centroamericano di Studi fiscali (Icefi), “poche sono le risorse stanziate per la lotta alla malnutrizione, il livello di realizzazione è basso e il coordinamento tra le diverse istituzioni e i programmi di politica pubblica rimane gravemente carente”.
A fine settembre, secondo lo studio dell’Icefi, era stato utilizzato solo il 55% del budget destinato per il 2012 a programmi vincolati alla sicurezza alimentare, mentre un secondo programma, la Ventana de los Mil Días, ideato a sostegno delle madri in gravidanza e dei loro bambini fino al compimento dei 2 anni, presenta solo un 36% di avanzo di spesa.
Ritardi nell’esecuzione e poche risorse investite, dunque, rispetto ad altri Paesi della regione come Nicaragua e Honduras che negli ultimi anni hanno investito quasi il doppio.
E tutto ciò in un Paese che presenta i maggiori tassi di malnutrizione cronica infantile del Centro America e, con un 49,3% di bimbi e bimbe minori di 5 anni, addirittura una delle maggiori al mondo. A fronte di ritardi e assenza che caratterizzano l’azione del governo, l’intervento della società civile e delle organizzazioni, che lavorano quotidianamente a livello locale, acquista ovviamente valore e importanza.
Da 2 anni il progetto Edad de Oro si è inserito proprio in questo spazio e, con l’obbiettivo di contribuire a ridurre il livello di denutrizione infantile nelle aree rurali più depresse di Chimaltenango, porta avanti un programma di integrazione nutrizionale e di formazione all’alimentazione con la valorizzazione dei prodotti locali e il miglioramento delle infrastrutture scolastiche. Il tutto nelle zone rurali in collaborazione con una rete di scuole.
Il lavoro dell’equipe di ProgettoMondo Mlal si sta dimostrando enormemente efficace e anche fortemente educativo perché raggiunge l’obiettivo non secondario di formare anche l’intera comunità, composta da famiglie, alunni e professori, per affrontare il problema alimentazione nella pratica e per sensibilizzare popolazione, autorità e organizzazioni locali sull’importanza e la priorità che il tema nell’iniziativa pubblica deve assumere e continuare a mantenere.

giovedì 10 gennaio 2013

Perù: I bambini lavoratori non mangiano più da soli

una notizia al giorno per ribadire che IL CIBO È PER TUTTI – se aderisci fai girare! 

(Mario Mancini) - La campagna “Io non mangio da solo” ha rappresentato per ProgettoMondo Mlal un ulteriore impulso alle iniziative in corso in Perù con i bambini, bambine, adolescenti e giovani lavoratori (NATs) di Lima, Cajamarca e Ayacucho.
Nell’ambito del progetto Il Mestiere di Crescere, nel corso dell’anno, sono state realizzate numerose attività di formazione di NATs delegati, rappresentanti dei diversi gruppi locali, ma anche di quegli adulti accompagnatori che quotidianamente offrono un supporto nella gestione dei diversi servizi offerti ai bambini e adolescenti nelle case del Manthoc (Movimento dei bambini e adolescenti lavoratori), e di cui le mense popolari rappresentano un aspetto di particolare rilevanza sociale.
In particolare nelle case di Yerbateros, Ciudad de Dios, Cajamarca, il Manthoc assicura un servizio di mensa giornaliera ai bambini e adolescenti lavoratori che poi, oltre a un pasto caldo garantito da una nutrizionista, trovano nella medesima struttura anche uno spazio di socializzazione, ricreazione e studio.
Il Manthoc prepara 300 pasti al giorno nelle diverse case e l’iniziativa fa parte di un lavoro più ampio che mira al rafforzamento del protagonismo infantile in tutte le sfere della vita quotidiana di questi ragazzi: dalle piccole occupazioni economiche in cui sono coinvolti, alla scuola e allo sport.
ProgettoMondo Mlal partecipa a questo processo finanziando un sostegno permanente alla rete di associazioni impegnate in questo campo per promuovere i diritti dell’infanzia in Perù e, grazie alla Campagna “Io non mangio da solo”, in questi mesi di visibilità anche in Italia, è stato compiuto un importante passo avanti in termini di raccolta fondi e solidarietà.

mercoledì 9 gennaio 2013

Mozambico: Tutti liberi davanti alla fame

una notizia al giorno per ribadire che IL CIBO È PER TUTTI – se aderisci fai girare! 

(Francesco Margara da Nampula) - Polli, mais, manioca, ortaggi vari, una dieta variata ed equilibrata, una produzione sostenibile e il più possibile basata sull’auto-sostentamento.
Queste sono le parole d’ordine con cui ProgettoMondo Mlal lavora allo sviluppo del progetto Vita Dentro. Parole che nel momento stesso in cui le abbiamo pronunciate la prima volta, hanno cessato di essere tali per diventare azioni vere e proprie. Come la campagna “Io non mangio da solo” ha più volte messo in evidenza, il progetto Vita Dentro ha portato avanti attività volte alla riduzione della malnutrizione della popolazione carceraria di Nampula e provincia.
La produzione avicola della Sezione Femminile della Rex di Nampula ha per esempio portato alla produzione di 2.300 polli, dei quali circa 400 hanno costituito il pasto sulle tavole di 30 detenute. Una o due volte alla settimana, quindi, 10 polli fanno parte dell’alimentazione quotidiana, con risultati ottimi a livello di miglioramento della salute delle detenute. I medici, che una volta al mese vanno a visitarle, mi hanno riportato come negli ultimi 3 mesi lo stato sanitario della Rex sia decisamente migliorato.
Per quel che riguarda la produzione agricola, il miglioramento della dieta dei detenuti della Penitenciaria Industrial di Nampula è legato a un nostro investimento nella produzione locale, sostenibile e variata.
Le tre parole d’ordine del Progetto hanno cioè dato come risultato tangibile 2 pasti al giorno per circa 2.000 detenuti, alimenti diversificati in base alla stagione, e un cambiamento di punto di vista da parte delle istituzioni nei confronti della popolazione carceraria, di fatto oggi in grado di autoprodurre il proprio sostentamento.
Risultati tangibili, quindi, che ogni giorno ci portano ad apprezzamenti da più parti: l’ente finanziatore in primis, i beneficiari, i direttori delle carceri con cui lavoriamo e la gente comune che ci chiede conto di quanto stiamo facendo. E’ per questo motivo che, anche voi nostri sostenitori in questi 4 mesi di campagna, potete stare certi del nostro impegno nel continuare le nostre attività, e con la stessa voglia e la stessa attenzione di sempre.
Anzi, se possibile, sarà ancora maggiore, perchè vogliamo sempre di più da noi stessi e per i nostri beneficiari: persone in carne ed ossa, a rischio malnutrizione come migliaia di loro simili.
Con o senza “catene”, perché davanti alla fame dobbiamo essere tutti “liberi”.

martedì 8 gennaio 2013

Burkina Faso: Non è più emergenza

una notizia al giorno per ribadire che IL CIBO È PER TUTTI – se aderisci fai girare!

(Valentino Piazza, direttore ProgettoMondo Mlal) - C’è grande soddisfazione per i risultati ottenuti nella lotta alla malnutrizione infantile (in particolare nei bambini da 0 a 2 anni) nella regione di Cascades, dove lavoriamo da oltre 7 anni.
Oggi i dati del Ministero della Salute Burkinabè ci dicono che la regione non è più “zona rossa” per la malnutrizione e che, anzi, in questa regione la malnutrizione infantile può considerarsi sotto controllo. Un risultato importante al quale hanno contributo più iniziative e tanti attori. Pur tuttavia, secondo l’Unicef nostro partner in Burkina Faso, un contributo decisivo è giunto dai nostri progetti.
La chiave del nostro risultato sta sicuramente nelle due parole d’ordine che contraddistinguono la nostra azione: “epidemiologia comunitaria”, un approccio assolutamente speciale che stiamo promuovendo con passione proprio nei programmi di lotta alla malnutrizione infantile, sia attraverso il lavoro diretto della nostra equipe di medici e infermieri nei villaggi rurali più esposti a questa malattia, sia sensibilizzando e coinvolgendo in questa azione gli infermieri dei Centri di Salute e le Direzioni Distrettuali del sistema sanitario pubblico burkinabe.
L’epidemiologia comunitaria nasce da un’idea semplice: il controllo di malattie come quella della malnutrizione può essere ottenuto facendo diventare le comunità protagoniste del processo di cura. Insomma i malati, con il proprio intorno di familiari, amici e concittadini, non sono più “pazienti” passivi del sistema sanitario ma artefici della propria guarigione. E questo può avvenire quando la comunità prende coscienza di queste sue potenzialità e si organizza per poterle esprimere. Da parte nostra, sosteniamo questo processo formando i leader locali e offrendo strumenti di lavoro efficaci per una lotta alla malnutrizione a livello comunitario.
In 5 anni abbiamo attivato quasi 100 “cellule nutrizionali”, cioè, più semplicemente, 100 gruppi organizzati di donne che in altrettanti villaggi hanno imparato a monitorare il peso dei bambini, seguirne la crescita, rilevare i casi di malnutrizione “nascosta”, cioè la malnutrizione cronica, preparare pappette arricchite efficaci per il recupero dei casi di malnutrizione rilevati.
Un grazie di cuore a tutta la nostra equipe locale che lavora con immensa dedizione e anche ai nostri sostenitori che ci hanno permesso di ottenere questi importantissimi risultati.

lunedì 7 gennaio 2013

HAITI: Sulla strada giusta per mangiare meglio

una notizia al giorno per ribadire che IL CIBO È PER TUTTI – se aderisci fai girare! 

(Mirco Bellagamba da Hinche) - L’ufficio regionale della FAO per il Centro America e i Caraibi, tramite l’ultimo bollettino trimestrale, informa che Haiti risulta essere il paese dei Caraibi con la più alta denutrizione. Il 45 % della popolazione risulta infatti sotto il livello minimo di consumo di calorie giornaliere, anche se si riconosce un miglioramento dei livelli di denutrizione del 20% negli ultimi 20 anni.
Inoltre, quest’anno si è registrata una bassa produzione di mais dovuta alla siccità estiva e alla tormenta autunnale Isaac e l’uragano Sandy, con un danno nel settore stimato a 80 milioni di euro. Questi eventi hanno portato un aumento dei prezzi del 25% nel mais e del 2% nel riso.
Il nostro progetto, Piatto di Sicurezza, guarda con particolare interesse questi dati che ci permettono di capire che stiamo percorrendo la giusta strada per quanto riguarda la conservazione del suolo, la diversificazione produttiva e la trasformazione dei prodotti. Attività che stiamo sviluppando nel Progetto con la realizzazione di terrazzamenti e barriere, la coltivazione di ortaggi e frutta e la trasformazione di mais in farina (ottima per la polenta ) e yuca in casave (torta di farina di yuca cucinata su una piastra di ferro). E attività anche che permetteranno ai contadini del Plato Central Haitiano di meglio difendersi dai fenomeni meteorologici estremi, dagli aumenti eccessivi dei prezzi e dall’elevata dipendenza dai prodotti importati.

sabato 5 gennaio 2013

Bolivia: Sempre più sicurezza alimentare

una notizia al giorno per ribadire che IL CIBO È PER TUTTI – se aderisci fai girare!

(Vanni De Michele da La Paz) - La Bolivia avanza nello sviluppo umano e nella sicurezza alimentare, e in 5 anni, il 4.8% dei boliviani ha smesso di essere denutrito.
A rilevarlo sono i dati forniti dall'Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Agricoltura e l’Alimentazione (FAO), che assicura che negli ultimi 5 anni, circa un milione di persone sono uscite dal problema della denutrizione. Il report dell’istituzione, denominato “Panorama della Sicurezza Alimentare e Nutrizionale in America latina e nei Caraibi 2012”, segnala inoltre che il problema della fame e della denutrizione cronica diminuisce nel paese.
Il consumo di alimenti che non soddisfano le necessità energetiche alimentari, per mancanza di conoscenza o inaccessibilità ad alimenti di qualità, si conosce come denutrizione. In Bolivia, tra il 2007 e 2009, circa 3 milioni di persone erano colpite da questo problema. Secondo il report della FAO, la situazione di denutrizione della popolazione è diminuita dal 28,9% al 24,1%. Quest’anno, il problema della denutrizione si stima riguardi quasi 2 milioni di persone. La seguente riduzione del 4.8% è valutata positivamente dall’organizzazione, anche se in paesi come El Salvador, Guatemala e Paraguay la percentuale è aumentata. Il report segnala anche che l'evoluzione della denutrizione cronica in Bolivia dimostra cali significativi. Secondo i dati, nel 2004 vi era una prevalenza di denutrizione cronica del 32.5%, mentre nel 2008 si è ridotta al 27,2%. Questa tendenza corrisponde alle cifre di diminuzione della povertà estrema, registrando un abbassamento dal 34.7% nel 2004 al 31,2% nel 2007.
Secondo la FAO, “la Bolivia è il secondo paese, dopo il Perù, con maggior crescita economica nella regione e vi è un progresso nell’Indice di Sviluppo Umano. Questi dati riflettono i maggiori investimenti pubblici effettuati con un’alta componente sociale”. La Bolivia è infatti il quarto paese della regione con minore dipendenza all’importazione del grano.
In America Latina e nei Caraibi, il problema della denutrizione interessa 49 milioni di persone, anche se negli ultimi 20 anni 16 milioni hanno lasciato questa condizione. Durante il periodo 1990-1992, il problema della fame riguardava il 14.6% della popolazione latinoamericana, mentre tra il 2010 e il 2012 la percentuale è scesa all’8,3%. (fonte LA PRENSA/La Paz 24.11.2012 Mirna Echave).

venerdì 4 gennaio 2013

Mozambico: La sicurezza alimentare si costruisce in carcere

una notizia al giorno per ribadire che IL CIBO È PER TUTTI – se aderisci fai girare!  

(Francesco Margara da Nampula). I dati sulla denutrizione in Mozambico parlano chiaro e non lasciano dubbi sul fatto che il Paese sia uno dei più problematici a livello di nutrizione e sicurezza alimentare. Il 2008 e il 2009 hanno registrato tra il 35 e il 44% dei minori di 5 anni denutriti, principalmente per scarsa disponibilità di cibo. Mentre la media nazionale si aggira tra il 22,5 e il 55%.
Nei nostri progetti all'interno delle carceri, sia per adulti ma soprattutto per minori, sosteniamo anche la produzione agricola, quale mezzo per migliorare la dieta dei detenuti attraverso una diversificazione dei pasti, fornendo vegetali di vario tipo e anche carne, soprattutto di pollo, prodotta anch'essa nelle strutture carcerarie con le quali lavoriamo.
Tutto ciò serve anche come fonte di auto-sostentamento. Infatti la produzione agricola consente alle strutture di reclusione, in particolare la Penitenciaria Industrial de Nampula, di destinare i fondi per l'alimentazione ad altre spese urgenti per garantire condizioni di vita degne a tutti i detenuti.
Il progetto Vita Dentro prevede inoltre la creazione di unità di produzione e commercializzazione nella sezione femminile Rex, in particolare produzione di polli che verranno utilizzati in parte per l'alimentazione delle detenute, in parte commercializzate ai ristoranti della zona e infine sarà fatta una vendita al dettaglio per chiunque voglia finanziare un'attività sociale di questo tipo.

giovedì 3 gennaio 2013

Burkina Faso: Acqua e igiene a scuola, un obiettivo non sempre facile

una notizia al giorno per ribadire che IL CIBO È PER TUTTI – se aderisci fai girare!

(Marianna Mormile da Gaoua) - Un momento speciale per la scuola Amitié (Amicizia), situata a pochi chilometri dal centro di Loropeni, in uno dei più grandi comuni della regione di sud-ovest del Burkina Faso con ben 65 villaggi.
Se la ristrutturazione della pompa programmata non è andata a buon fine per un problema di insufficienza d'acqua, ora paesani e docenti puntano a tenere vivo l'entusiasmo e impegnarsi per adottare pratiche igieniche più appropriate. La scuola infatti è stata scelta anche per la costruzione di nuove latrine visto che le precedenti si stanno sgretolando, e presto inizieranno i lavori.
Selezionata tra i 135 siti di ristrutturazione della pompa utilizzata come pozzo che si trova nel cortile, la struttura scolastica nei giorni scorsi ha vissuto momenti particolari, con l’impresa responsabile della prima fase dei lavori arrivata con i macchinari per spurgare tutta l’acqua rimasta bloccata a causa del guasto.
Nonostante il debito dell’acqua fosse troppo basso - e solitamente in questi casi si decida di non intervenire e di individuare un altro sito - una riunione speciale ha poi validato il valore raggiunto poiché, trattandosi di una scuola, la pompa non è destinata a essere utilizzata così frequentemente come se fosse l’unica del villaggio.
Tra la grande gioia di bambini e famiglie i macchinari si sono rimessi in moto ma, purtroppo, dopo qualche ora, risolto il problema del debito…l’acqua è rimasta ancora rossa! 
Sicuramente gli anni di inattività della pompa hanno determinato qualche cambiamento nella struttura fisica del pozzo che definisce questa contaminazione con la terra, e davanti all’evidenza non è infine stato possibile confermare la ristrutturazione che quindi sarà riassegnata a un nuovo sito nello stesso comune.

mercoledì 2 gennaio 2013

Benedetto XVI non mangia da solo

una notizia al giorno per ribadire che IL CIBO È PER TUTTI – se aderisci fai girare! 

“Il tema della sicurezza degli approvvigionamenti alimentari è tornato a essere centrale nell’agenda politica internazionale, a causa di crisi connesse, tra l’altro, alle oscillazioni repentine dei prezzi delle materie prime agricole, a comportamenti irresponsabili da parte di taluni operatori economici e a un insufficiente controllo da parte dei Governi e della Comunità internazionale".
Il nuovo appello della Focsiv, la Federazione che raggruppa le Ong italiane di ispirazione cristiana, si richiama direttamente a quanto sostenuto, in occasione della Giornata Mondiale della Pace, il 1° gennaio 2013, dal Santo Padre.
Benedetto XVI ritiene infatti che la sollecitudine degli operatori di pace debba volgersi, più di quanto fatto fino ad oggi, “a considerare la crisi alimentare, ben più grave di quella finanziaria” e che “per fronteggiare tale crisi, gli operatori di pace sono chiamati a operare insieme in spirito di solidarietà, dal livello locale a quello internazionale, con l’obiettivo di mettere gli agricoltori, in particolare nelle piccole realtà rurali, in condizione di poter svolgere la loro attività in modo dignitoso e sostenibile dal punto di vista sociale, ambientale ed economico”.
Il messaggio è stato raccolto e subito rilanciato dalle Ong della Focsiv - prima tra tutte ProgettoMondo Mlal che proprio su questa sfida ha costruito la propria campagna 2012- e il presidente Gianfranco Cattai evidenzia come Focsiv, in prima linea al fianco dei paesi impoveriti, “apprezzi l’importanza e la concretezza delle raccomandazioni del Pontefice” e “possa testimoniare che le realtà in cui operano gli agricoltori sono difficili e anche quando la produzione annuale sembrerebbe soddisfacente le condizioni della globalizzazione sui mercati locali possono facilmente pregiudicare il fatto che gli stessi produttori possano vivere del proprio lavoro”.
Vista la gravità che questa situazione può raggiungere in contesti molto complessi, Cattai continua sostenendo che “l’invito del Pontefice a rafforzare le reti da livello locale a quello internazionale, con l’impegno dei nostri 65 organismi che hanno partenariati attivi in 80 paesi del mondo, ci vedrà sempre più impegnati in questo processo”.
Anche la nostra campagna “Io non mangio da solo” può contare insomma su un testimonial d’eccezione, il Santo Padre.

martedì 1 gennaio 2013

Haiti: In fiera per la sovranità alimentare

una notizia al giorno per ribadire che IL CIBO È PER TUTTI – se aderisci fai girare!

(Michele Magon da Hinche) - I contadini e le contadine di Hinche si sono messe in cammino versa Carida, per partecipare alla fiera agricola a sostegno della sovranità alimentare.
In tutto le famiglie che si sono prese cura dell’organizzazione sono state 165, provenienti da molte comunità della zona, e centinaia le persone che hanno partecipato all’iniziativa.
A chi ha esposto i migliori prodotti sono stati consegnati premi, dopo la valutazione di una giuria.I contadini e gli agricoltori che hanno esposto in fiera, sono stati formati e addestrati da personale tecnico all’interno programma chiamato "Chimen Lavi" (cammino di vita), lanciato nel 2003 dalla agronomo americano Marc Hare. 
Massoco, carota, banana, prezzemolo, barbabietole, cavoli, piselli, canna da zucchero, tra gli altri, gli alimenti premiati. I piccoli commercianti di legumi hanno espresso soddisfazione per le vendite registrate durante la fiera.
Uno degli organizzatori della manifestazione, Exile Wilner, ha riferito che gli agricoltori (i paysan) si hanno prodotto da sé i fertilizzanti naturali, utilizzando anche rifiuti organici.
Osserva Alexandre Placide, agronomo del progetto Nuove Energie. “Nonostante il successo, i prodotti agricoli non sempre riescono a essere ben commercializzati, anzi spesso non riescono proprio a incontrare gli acquirenti. Sempre più persone potrebbero trarre beneficio dalla vendita di frutta e verdura, ma le strade in cattivo stato (se e quando ci sono) impediscono ai contadini e agli agricoltori di raggiungere i mercati prima che i loro prodotti deperiscano”.