mercoledì 21 novembre 2012

Mozambico: Il topo che fa acquolina in bocca

una notizia al giorno per ribadire che IL CIBO È PER TUTTI – se aderisci fai girare! 

(Francesca Grego da Nampula) – Ero sul treno da Nampula a Cuamba: 360 km immersi in uno dei più suggestivi spaccati di vita mozambicana, e osservavo gli altri passeggeri locali fare passare le 14 ore di viaggio sgranocchiando spiedini di topo, fritto, o grigliato.
Nel nostro immaginario il topo è maggiormente associato alla sporcizia, alle malattie, oltre che essere semplicemente un animale per il quale si prova ribrezzo e anche paura.
Ma in Mozambico, con metà della popolazione sulla soglia della povertà assoluta e con i prezzi del pane che aumentano gravando ancora e sempre sulle fasce più deboli, l’immagine associata al topo è un po’ diversa, per ovvie ragioni.
Nel villaggio di Madamba, per esempio, i locali sono per lo più tutti impegnati nella cattura e nella vendita di ratti, che fanno parte della cucina locale e vengono considerati un piatto prelibato. Uno spiedino con 6-7 topi arrostiti costa circa 30 centesimi e un cacciatore di topi può guadagnare fino a 3 dollari al giorno, che per lo standard mozambicano rappresenta una cifra dignitosa.
Anche a Gurue, verdissima località montana a 260 km da Nampula, nota per la pace, la tranquillità e la natura selvaggia, nonché per la produzione del tè, il mercato del paese offre una novità rispetto alla tipica gamma di cibo locale: spiedini di topo, fritto, o grigliato.
Ma ritrovo questo insolito “manicaretto” anche nei nostri itinerari quotidiani, quando, all’altezza di Monapo, si lascia la strada principale per prendere i 40 km di sterrato che attraverso campi di cotone e luoghi incontaminati ci porteranno al carcere di Itoculo. Davanti alla prigione, mi viene incontro David, un detenuto di 23 anni che mi saluta porgendomi la mano sinistra perché nella destra nasconde due topi: “Scusa, sì, li ho uccisi proprio un attimo fa - mi dice- sono per il pranzo. Adesso li friggo”.
Ormai i miei colleghi mozambicani ridono quasi comprensivi quando, al grido “rato!”(topo), salto sul tavolo con un’agilità olimpionica…

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