mercoledì 16 ottobre 2013

Nella Giornata mondiale dell'Alimentazione, la ricetta di ProgettoMondo Mlal contro la fame

“Un piatto caldo non si rifiuta a nessuno”. Un’espressione popolare antica che esprime, con il calore e la genuinità del linguaggio della gente comune, un principio che le grandi assisi internazionali avrebbero poi, a più riprese, fatto proprio per ribadire un valore universale, comune a tutti i popoli della terra: il diritto al cibo è un diritto fondamentale della persona, un diritto inviolabile, un “punto di non ritorno” la cui violazione getterebbe un’ombra sulla stessa natura umana così come oggi la intendiamo e che metterebbe in discussione il patto fondativo che ci fa sentire tutti parte integrante della società e della civiltà.
Per questo il diritto al cibo, con il suo conseguente inevitabile corollario di lotta alla fame, trova uno spazio così ampio nelle leggi e nei piani di azione promossi dalle istanze del governo internazionale, Organizzazione delle Nazioni Unite per prima.
E a questo tema, appunto, la comunità internazionale, dedica una ricorrenza annuale: la Giornata mondiale dell’alimentazione che si celebra il 16 ottobre.  

Il punto

Diritto al cibo. Un diritto così importante eppure ancora così ampiamente violato. Nel 2000, la comunità internazionale, in uno dei suoi summit più importanti che avrebbe condizionato le politiche internazionali di sviluppo dei decenni successivi, ne aveva fatto la sua bandiera. Il primo Obiettivo di Sviluppo del Millennio recitava infatti proprio questo: dimezzare la povertà nel mondo e azzerare la povertà assoluta, quella che per l’appunto porta alla fame, entro il 2015.
Oggi le stesse agenzie dell’ONU ci dicono che non ce la faremo: nel 2015 la fame rimarrà una vergogna internazionale che colpirà ancora milioni e milioni di persone in tantissimi paesi.
Proprio l’altro ieri, un’altra importante istituzione internazionale, la Banca Mondiale, prendeva atto di questa situazione e varava la sua più importante ristrutturazione interna dalla data della sua costituzione, con l’obiettivo di attrezzarsi per essere più incisiva sullo “sviluppo di tutti”. In quello stesso incontro, questa istituzione istituiva la nuova road map: azzeramento della fame nel 2020, azzeramento della povertà nel 2030.

Che fare
Se il diritto al cibo è quindi universalmente riconosciuto come pressante, il suo raggiungimento è ancora lontano nel tempo. Paradossalmente tutto questo dà ragione a una Organizzazione come la nostra che, da sempre, sostiene che l’eradicazione della fame non si fa con gli aiuti alimentari ma con lo sviluppo di quelle comunità che dalla fame sono colpite.
A sua volta, lo sviluppo vero non si cala dall’alto, non è pianificato a tavolino dai governi e dai loro tecnici ma consiste nel dar fiducia, strumenti e protagonismo alle donne e agli uomini di quelle comunità. Per questo, noi diciamo che è inutile produrre più alimenti e sperare che poi l’economia e la politica li ridistribuiscano: purtroppo le affidabilissime statistiche internazionali sono inclementi a questo riguardo e certificano come già oggi il cibo prodotto nel mondo sarebbe più che sufficiente per sconfiggere la fame. Sprechi e speculazioni finanziarie distruggono una quota significativa di questo cibo condannando alla fame milioni di persone.
La speculazione si concentra in particolare sui cereali, grano, riso, mais, per quella scellerata idea che dall’inizio degli anni 2000 ha portato a deviare quote sempre più significative della produzione mondiale di cereali verso l’utilizzo industriale come biocombustibili. E i combustibili, si sa, sono quotati in borsa: quando nel 2009 la speculazione ne ha fatto uno dei suoi obiettivi principali, automaticamente il prezzo dei cereali è schizzato alla stelle causando una delle crisi alimentari più gravi della storia recente.

Facciamo la nostra parte
Il nostro impegno quindi va alla promozione della sovranità alimentare, cioè al diritto di ogni comunità, popolo, paese di avere il controllo sulla produzione del cibo di cui necessita. E nella sovranità alimentare, i cereali ricoprono un posto di primo piano.
Nei nostri progetti possiamo trovare tanti esempi di come questo possa diventare realtà!
Nella poverissima regione di Potosì in Bolivia, le famiglie contadine riunite nella associazione locale di produttori di cereali sono oggi proprietarie di un piccolo impianto agroindustriale con cui producono farine arricchite di cereali. Sempre grazie al nostro progetto, questa associazione ha convinto il locale municipio a rinunciare agli aiuti alimentari internazionali e ad utilizzare invece queste farine arricchite nel programma di merenda scolastica di cui beneficiano tutti i bambini delle locali scuole elementari. Il risultato è stato duplice: si è migliorata l’alimentazione dei bambini incentivando allo stesso tempo la frequenza scolastica.
In Burkina Faso, nella regione di Cascades, gruppi auto organizzati di donne preparano pappette nutrizionali utilizzando cereali messi a disposizione dall’intero villaggio per curare i bambini affetti da malnutrizione. Il risultato è che il tasso di malnutrizione in questa regione è sceso dal 15% del 2008 al 6% del 2012.
Ad Haiti, in una terra violentata da un selvaggio disboscamento che ha inaridito i suoli fino a renderli quasi sterili, abbiamo ragionato insieme alle associazioni contadine per trovare possibili soluzioni. Ne è scaturita la decisione di riprendere la cura della terra e dell’ambiente, ripiantando alberi da frutta e da legna, proteggendo i suoli più esposti all’erosione, realizzando opere di contenimento per rallentare la furia delle acque dei torrenti e ridurre i rischi di inondazione dei fiumi.
Come risultato parallelo di questa azione, pochi mesi fa, abbiamo inaugurato un mulino pubblico a cui le famiglie contadine portano il proprio mais per ottenerne farina. Proteggendo l’ambiente quindi, si migliora la produzione di cibo.

Una giornata per loro
A tutti questi piccoli ma grandi protagonisti vogliamo quindi dedicare questo 16 ottobre 2013: grazie al loro impegno e a quello di molti altri protagonisti come loro, un mondo senza fame sarà finalmente possibile!

Valentino Piazza
Direttore ProgettoMondo Mlal

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