lunedì 5 novembre 2012

Mozambico: Cibo o energia?

una notizia al giorno per ribadire che IL CIBO È PER TUTTI – se aderisci fai girare! 

(Francesco Margara da Nampula) - Chimoio, provincia di Manica, sta dando battaglia a un’impresa di origine Inglese, Sun Biofuels, per riappropriarsi di circa 2.000 ettari di terra nel perimetro cittadino, utili non solo all’urbanizzazione, quanto alla coltivazione di piante alimentari. Qui, infatti, la popolazione vive di colture di sussistenza e in molti casi in costante condizione di malnutrizione. Bambini e adulti non hanno cibo, ma la Jatropha (pianta originaria del Centro America da cui semi si ricava biocombustibile) resta importante, fino a quando qualcuno non si ribella!
Tutto il mondo è Paese, si dice in Italia. E anche il Mozambico non fa certo eccezione. Come nel resto del continente africano, anche qui da noi il cosiddetto “landgrabbing” ha fatto molti danni alle popolazioni locali, spesso con la compiacenza dei governanti di turno, sia a livello nazionale che locale.
E' da tempo che si parla di biocombustibili nel mondo, e da circa 10 anni in Mozambico si è cominciato a “soddisfare” gli investitori stranieri concedendo terre arabili a imprese che, a suon di dollari, hanno acquisito migliaia di ettari per dare energia all’occidente.
La lista dei Paesi investitori è lunga: Cina, Brasile, USA, Europa, Sudafrica, Canada, India.
Nessuno è sfuggito alla corsa alla terra. Il Mozambico, come detto, non fa certo eccezione, tanto che dal 2009 una legge pubblicata sul Bollettino della Repubblica stabilisce come, quanto e dove impiantare coltivazioni estensive di Jatropha curcas. Una specie che qualcuno definisce “miracolosa” perché “cresce ovunque, senza bisogno di molta acqua, senza insetti che la danneggiano e senza entrare in concorrenza con piante alimentari”.
Sembrerebbe tutto perfetto… e invece niente di più falso! Uno studio condotto in Mozambico da Justiça Ambiental insieme a UNAC (Unione Nazionale dei Contadini), ha preso in esame non solo la pianta dal punto di vista agronomico, ma soprattutto dal punto di vista legislativo, smentendo tutti i miti nati con l’importazione di tale specie.
Come detto qui sopra, le varie imprese straniere si sono date battaglia per accaparrarsi porzioni di terra su tutto il territorio mozambicano. Hanno corrotto le istituzioni a vari livelli per avere in concessione la terra, che in Mozambico resta un bene inalienabile perché dello Stato, fino a ottenere terre arabili e fertili da destinare all’esplorazione di una coltura che di alimentare ha ben poco.
La Jatropha è una pianta tossica sia per l’uomo che per qualsiasi altro animale, ma produce energia “verde”, e questo basta perché venga esportata in qualsiasi Paese come la panacea di tutti i mali. Quasi 200mila ettari sono stati dati in concessione alle varie imprese, eppure dopo 5 anni solo diecimila erano stati effettivamente messi a coltura.
A ben guardare, perciò, uno scandalo che, nel mese di ottobre, ha spinto la prima municipalità di tutto il Mozambico, Chimoio, a ribellarsi a questo sistema perverso con l’auspicio che, almeno per una volta, i capitali stranieri non abbiano la meglio sulle popolazioni locali.
Forza Chimoio, lotta per la sovranità alimentare!

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