sabato 29 settembre 2012

Bolivia: basta con la Coca Cola capitalista

una notizia al giorno per ribadire che IL CIBO È PER TUTTI – se aderisci fai girare! 

(Anna Alliod da Cochabamba) - Il ministro degli esteri boliviano, principale ideologo della cosmovisione aymara, David Choquehuanca, ospite di un evento sul lago Titicaca, ha annunciato pubblicamente che il 21 dicembre, solstizio d’estate, siglerà la fine di un’era: quella del capitalismo, delle divisioni e dell’odio e segnerà invece l’inizio dell’amore, del comunitarismo e della vita.
A garantire il cambiamento sarà –a suo dire- la rinuncia dei boliviani alla bevanda simbolo del capitalismo, la Coca Cola, in favore del “mocochinchi”, una bevanda fresca a base di pesche disidratate e il Wilkaparu, un’altra bevanda a base di mais. Sarà organizzata una grande festa e, per l’occasione, il governo di Evo Morales inviterà i popoli indigeni dei 5 continenti, si parla di circa 50 mila persone, sulla millenaria Isla del Sol per celebrare la fine del periodo oscuro e dare il benvenuto alla luce dell’amore. Ed è da questo luogo sacro alla cultura indigena che dovrebbe rinascere una nuova cultura della vita e della fraternità.
Tutto questo anche per il calendario maya: termina il periodo “macha” (oscuro) e inizia quello “pacha”, ricco di cambiamenti e rispetto per la Madre Terra.
La guerra che la Bolivia dichiara alla Coca-Cola ha senz’altro aspetti ideologici, ma anche interessi
. Nelle intenzioni del governo boliviano, dietro allo stop alla commercializzazione della Coca Cola, ci sarebbe anche la volontà di difendere la produzione legale delle foglie di coca, sempre maggiormente utilizzate per la preparazione di prodotti commerciali. Meno scontato è però l’esito dell’attacco al colosso della Coca Cola: già lo scorso anno infatti era stata lanciata un’alternativa sul mercato boliviano: la "Coca-Colla" (da “collas", soprannome delle popolazioni che vivono a ridosso delle Ande), bibita gassata energizzante a base di foglie di coca. Senza riscontrare particolare interesse di pubblico…

venerdì 28 settembre 2012

Guatemala: alla radice della povertà

una notizia al giorno per ribadire che IL CIBO È PER TUTTI – se aderisci fai girare!

(Gaia Consadori da Chimaltenango) - Quasi il 50% della popolazione minore di 5 anni soffre di malnutrizione cronica. E’ il tasso peggiore dell’America Latina e tra i più alti del mondo, maggiore che nella stragrande parte dei paesi dell’Africa Sub Sahariana (Pnud 2007).
Per ogni 20 bambini nati, 1 non arriverà ai 5 anni per malattie infettive e diarroiche, tra l’altro facilmente prevedibili e trattabili. Si tratta del tasso di mortalità infantile più alto della regione.
La verità è che in tutto il Paese, milioni di guatemaltechi e guatemalteche, non godono ancora dei più elementari diritti, ciò che si considera la soglia minima per la sopravvivenza e la dignità umana.
Più della metà della popolazione (51%) vive al di sotto della linea della povertà. 1 ogni 7 vive in condizione di povertà estrema.
La donna guatemlateca corre un rischio 20 volte maggiore della donna costarricense di morire per complicazioni del parto o in gravidanza. Muoiono 290 guatemalteche ogni 100.000 parti. Insieme a quello della Bolivia si tratta del tasso di mortalità materna più alto dell’America Latina. La donna indigena corre un rischio tre volte maggiore della donna non indigena.
Anche gli indicatori di insuccesso scolastico sono tra i peggiori della regione. 2 ogni 3 bimbi guatemaltechi non concludono le elementari in tempo, e meno del 13% dei ragazzi concludono le secondarie. Il tasso di alfabetizzazione della donna indigena nell’area rurale è 30 volte più basso rispetto a quello del Burundi.
A questi indicatori si sommano le disuguaglianze per motivi di genere, etnia, collocazione geografica, condizione socio economica.

giovedì 27 settembre 2012

Perù: La rivoluzione alimentare parte da qui

una notizia al giorno per ribadire che IL CIBO È PER TUTTI – se aderisci fai girare!

(Mario Mancini da Lima) - “Mistura” (ovvero mescolanza di piatti e sapori) è la Fiera gastronomica più importante dell’America Latina. Si svolge ogni anno a Lima in Perù ed è diventata negli anni un grande festival culturale in cui tutti i peruviani si incontrano, senza distinzioni, per riaffermare un forte senso di identità e celebrare la tradizione culinaria e l’incredibile biodiversità di questo Paese.
Alla quinta edizione
, che si è conclusa il 16 settembre scorso, hanno partecipato più di 400mila persone. Vi erano riuniti i diversi protagonisti della catena gastronomica: dai piccoli agricoltori, ai cuochi, panettieri, venditori di cibo, pasticceri, camerieri, ristoranti e scuole di cucina, tutti a rendere omaggio alla biodiversità del Perù, uno delle più ricche del mondo.
Nulla di tutto ciò sarebbe stato possibile senza gli sforzi dei contadini, custodi gelosi e amanti della Madre Terra (la Pachamama) che, nel corso dei secoli, hanno saputo interpretare il clima e l'ambiente geografico per fornire i prodotti più diversi presentati al Mistura.
Quest'anno la Fiera Mistura era dedicata ai diversi tipi di grano andino, noti anche come “l'oro degli Incas". E, proprio in occasione dell’inaugurazione, il Ministro per l’Ambiente, Manuel Pulgar Vidal, ha sottolineato come: "I grani andini come quinoa, la kiwicha, la kañihua e la biodiversità, sono i nostri maggiori sostenitori contro la fame, la malnutrizione e la povertà".
"Usare grani tradizionali come la quinoa, non solo diminuirebbe i prezzi dei prodotti alimentari e li renderebbe più stabili, ma migliorerebbe il contenuto nutrizionale complessivo delle diete dei peruviani contribuendo a rivoluzionare la lotta contro la malnutrizione".

mercoledì 26 settembre 2012

Mozambico: il cibo impazza... per strada

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(Francesca Grego da Nampula) - Ci sono polveri e tanti odori. Principalmente nelle strade di Nampula si avverte forte l’odore di smog, ma ce n’è un altro che è diventato parte della mia quotidianità di casco Bianco in Mozambico: è l’odore delle chamussas, del pollo fritto, del pane con bajias, dei biscotti fritti e rifritti, del riso con le zampe di pollo, della xima con fagioli, patate fritte e bibite “energizzanti” come il “maheu”, una bevanda fatta di farina di mais fermentato. Li vendono per strada a pochi meticais. Donne e bambini portano sulla testa grandi vassoi di un tipico cibo mozambicano che un bianco, uno straniero, mai si sognerebbe di mangiare. Per questo i bambini ti chiedono di compraglielo per loro.
In un Paese in cui la malnutrizione raggiunge livelli preoccupanti soprattutto nelle fasce di popolazione più debole come donne e bambini, con una media nazionale che oscilla tra il 22,5 e il 55% e i picchi peggiori in provincia, sembra esserci una sorta di mondo parallelo che occupa la dimensione strada, dove invece il cibo non manca mai: una sorta di rosticceria ambulante ad ogni angolo, in ogni strada, alla fermata dell’autobus e dello chapa (il tipico trasporto locale); c’è sempre qualcuno pronto a venderti qualcosa da mangiare.

martedì 25 settembre 2012

Italia: Il diritto a vivere sta tutto in un piatto...

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Bimbetti che fanno anche un paio di ore di cammino roccioso a piedi per arrivare ogni giorno in piccole scuole arrampicate su speroni di roccia isolati, con la gioia e l’orgoglio che solo chi fortemente vuole farcela riesce a comunicare; le voci timide e sempre così straordinariamente composte di donne, uomini e insegnanti, che soffrono da secoli vessazioni, privazioni o noncuranza, senza un lamento.
Testimonianze semplici e fiere raccolte in un videodocumentario (“Con permesso vogliamo crescere”, 16’ 38”, per la regia di Annamaria Gallone) con cui ProgettoMondo Mlal racconta la malnutrizione nei bambini e le piccole grandi ricette di cura e sviluppo che da alcuni anni la Ong veronese ha messo in campo in Bolivia insieme alle comunità rurali, le Organizzazioni contadine, le istituzioni locali, le famiglie dei piccoli alunni delle scuole di montagna e i piccoli Centri di salute del territorio. Vederle, ascoltarle è una lezione per tutti noi.
Così lo spot della campagna “Io non mangio da solo” è nato proprio da questo videodocumentario. 30 secondi di immagini e uno slogan diretto: il diritto a vivere sta tutto in un piatto. L’idea dello spot sociale è ricordare che, proprio perché così facile da apparire scontato, quello al cibo non viene ancora riconosciuto dappertutto come il primo vero diritto umano: potere vivere e crescere.

Cinema ed emittenti televisive
che volessero diffondere lo spot sociale “Il diritto a vivere sta tutto in un piatto”, possono chiamare lo 045/8102105 o scrivere a sostegno@mlal.org. Sarà un modo per riaffermare il diritto al cibo per tutti.


lunedì 24 settembre 2012

Haiti: distrutto il seme della sicurezza

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(Petra Bonometti da Fonds-Verrettes) - Il ciclone Isaac si farà ricordare ancora a lungo nella città di Fonds-Verrettes. Passato l’uragano ciò che è in pericolo adesso è la sicurezza alimentare della popolazione che vive principalmente dei frutti della terra.
Il concetto stesso di “sicurezza alimentare” implica il sussistere delle condizioni che permettono alla popolazione di avere stabile e costante accesso a quantità sufficienti di cibo. In questo senso, non sono tanto gravi i danni visibili quanto la catena di conseguenze che questi hanno provocato, e non solo in termini quantitativi ma anche di durata.
Perché, oltre ai raccolti andati distrutti (mais e patata, principalmente), che in questa zona rappresentano fino all’80% della produzione, il ciclone ha fatto una vera strage di semi. E i semi, sono il germe che garantisce i raccolti seguenti. A oggi si stima che ci vorrà almeno un anno per recuperare la normale capacità produttiva.

domenica 23 settembre 2012

Burkina Faso: Mamma del proprio villaggio

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(Marianna Mormile da Banfora) – Insegnare alle mamme una corretta alimentazione, significa battere la malnutrizione sul nascere. Dal 2009 ProgettoMondo Mlal ha introdotto in 189 villaggi il prezioso lavoro delle cellule di educazione nutrizionale, ovvero gruppi di animatrici che, selezionate in seno alla comunità e formate dal Progetto, si prendono poi in carico la comunità di mamme del proprio villaggio per educarle, e vigilare al loro fianco, sulla corretta alimentazione dei bambini, anche secondo la fascia d’età. Un lavoro lungo e dedicato che sta dando dei risultati inaspettati. Anche se le regioni del nord risultano le più colpite, la crisi alimentare ha infatti prodotto conseguenze in tutto il Paese, andando a pesare su situazioni già a rischio. Tra queste, senza dubbio l’elevato tasso di malnutrizione che affligge i bambini minori di 5 anni. In particolare la regione di Cascades che, pur avendo una buona produzione agricola e delle buone potenzialità, registra un tasso del 38% di malnutrizione cronica e 10% di malnutrizione acuta severa.
Dal 2009 ProgettoMondo Mlal lavora proprio nei 3 distretti sanitari della regione di Cascades supportando le mamme nel loro ruolo di nutrici, rafforzandole a livello educativo-nutrizionale, cosicché possano nutrire al meglio i propri figli, ma anche prevenendo la malnutrizione e curandola laddove se ne presenti la necessità. Si tratta di un lavoro svolto fianco a fianco con il personale dei Centri di Salute, che quindi a sua volta, attraverso il Progetto, viene formato, sensibilizzato e accompagnato a individuare meglio i casi di malnutrizione e curarli.

sabato 22 settembre 2012

Bolivia: Produrre in carcere

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(Rosilde Brizio da La Paz). Pensata come utile risorsa di reinserimento professionale post detenzione, l’apprendistato nel campo dell’agricoltura e allevamento costituisce anche un ottimo strumento per l’auto-sostentamento. Tra le molteplici attività previste nel programma di rieducazione dei giovanissimi detenuti del Centro Qalauma, realizzato da ProgettoMondo Mlal a La Paz, in Bolivia, quella dedicata all’ Agricoltura e allevamento si sta rilevando infatti una delle più rilevanti e proficue.
40 dei 120 adolescenti reclusi hanno scelto di impegnarsi per 5 giorni alla settimana nella coltivazione di ravanelli, lattughe, rape, bietole e sedano, e di prendersi cura di un consistente numero di “cuyes”, come viene chiamata qui una specie di porcellino d’india latino-americano. “Al principio il ricavato economico dei nostri prodotti veniva diviso tra tutti -ci racconta il responsabile del corso Josè Colque Huanca- poi, in una visione più ampia ed educativa possibile, abbiamo stilato un piccolo regolamento interno insieme ai ragazzi e abbiamo deciso di costituire 3 tre gruppi per la cura di altrettante serre.
A capo di ogni equipe è stato eletto un responsabile che si occupa di controllare che l’attività venga svolta equamente e che a tutti sia assegnata la stessa mole di lavoro. Inoltre, il ricavato di ogni appezzamento viene adesso distribuito tra gli stessi componenti dei singoli team. In questo modo si riesce a responsabilizzare direttamente i ragazzi e a stimolarli a una sana competizione e a mettere in moto una dinamica di solidarietà e libertà. Infine è stato stabilito che ciascuno è padrone di decidere se vendere i propri prodotti o utilizzarli per la propria alimentazione.

venerdì 21 settembre 2012

Guatemala: Il nemico silenzioso

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(Gaia Consadori da Chimaltenango) - La malnutrizione cronica non si vede al primo sguardo. Diversamente dalle immagini che con evidenza raccontano bambini con la pancia gonfia, i capelli radi e scoloriti che soffrono di malnutrizione acuta, il 49,3% dei minori di 5 anni che soffre di malnutrizione cronica rimane invece invisibile. Tanto che pochissimi sanno che di malnutrizione cronica soffre il 69% dei bambini indigeni e che in alcuni municipi il tasso sale all’80%.
Il bambino malnutrito cronico passa inosservato: semplicemente veste qualche taglia in meno del normale, la sua salute è più fragile e il suo sviluppo intellettuale assai ridotto.
Poco importa se tutto questo comporterà nella sua piccola vita gravi difficoltà di apprendimento, e un uso assai ridotto della capacità intellettuali e fisiche. E che rappresenta una condizione che gli peserà tutta la vita.
Tra i Paesi dell’America Latina il più colpito è il Guatemala che, per paradosso, è ricco di risorse naturali e che il mais, che adesso scarseggia, ha sempre avuto nella cultura tradizionale un ruolo fondamentale.
Nonostante il Guatemala sia una delle economie più avanzate del Centroamerica, i suoi indicatori sono inferiori a quelli dei Paesi più poveri della regione, come Honduras e Nicaragua. Il Guatemala è classificato come Paese di reddito medio, e non “povero”, eppure, più della metà della popolazione, vive sotto la soglia della povertà, e 1 di ogni 7 guatemaltechi vive la povertà estrema (fonte Unicef 2007).

giovedì 20 settembre 2012

Perù: Un terzo mangia poco

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(Mario Mancini da Lima) – Quasi un terzo della popolazione peruviana consuma meno calorie di quanto necessiti. Nel 2008, a livello nazionale, il tasso di persone con deficit calorico è stato del 30,9%, un dato che indica comunque un decremento del 4,9% rispetto al tasso del 2002.
Ciò nonostante, anche se vengono registrati miglioramenti statistici in alcune aree urbane e rurali, è importante rilevare che il 42,5% della popolazione rurale non riesce ancora a consumare l’apporto calorico minimo raccomandato.
Huánuco, Pasco e Huancavelica, seguito da Loreto, Ayacucho, Cusco e Puno sono i dipartimenti in cui quasi il 50% della popolazione ha un deficit calorico, con percentuali che oscillano tra il 40% e il 50%.
Rispetto all’obiettivo di dimezzare la percentuale di persone che soffrono la fame entro il 2015, tra il 1990 e il 2008 in Perù risulta in meno di 20 anni complessivamente raggiunto per l’81%. Se però a livello nazionale il numero di bambini bambine dal peso non corrispondente alla loro età è stato notevolmente ridotto, non si può dire altrettanto delle zone rurali dove la denutrizione infantile segna ancora un tasso del 9,5%.
Il trend di riduzione della denutrizione è stato del 10,8% tra il 1991-1992 e del 5,9% nel 2007-2008, e si conta di raggiungere presto l'obiettivo del 5,4% fissato per il 2015. Nelle aree rurali questo indicatore rimane però alto, colpendo tra il 2007-2008 il 9,5% dei bambini sotto i 5 anni, in particolare le ragazze.
La malnutrizione cronica colpisce maggiormente i bambini delle zone rurali e la denutrizione cronica riguarda ancora oltre il 20% dei bambini sotto i 5 anni.
Dal 1991-1992 si è registrato un calo significativo di malnutrizione infantile cronica che dal 36,5% è passata nel 2007-2008 al 21,9%.
Esistono tuttavia ancora grandi differenze tra le aree urbane (11,8%) e rurali (36,3%). L'anemia nei bambini è un altro indicatore fondamentale che colpisce il 56,8% dei bambini sotto i tre anni e fortunatamente negli ultimi anni ha avuto un miglioramento significativo.

mercoledì 19 settembre 2012

Mozambico: pollo in tavola per le detenute

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(Francesco Margara da Nampula)
– Le 24 detenute della Sezione Femminile del penitenziario Rex della città di Nampula, in Mozambico, hanno mangiato per la prima volta carne di pollo allevato dietro le sbarre.
Per il Mozambico, e ovviamente per la popolazione carceraria tutta, la novità è grande: a fronte di un tasso di denutrizione che tra i bambini sfiora il 24 %, un’aspettativa di vita che non arriva a 41 anni, e uno degli indici di sviluppo umano più bassi del mondo (172° posto su 182 Paesi), l’opportunità nata all’interno di questo istituto penitenziario nell’ambito del programma “Vita Dentro” di ProgettoMondo Mlal si è concretizzata anche in un’attività di allevamento e commercializzazione di polli. Una prima iniziativa produttiva che al momento dà lavoro a 3 detenute e 2 guardie.
Rispetto agli obiettivi che si pone questo programma di cooperazione allo sviluppo cofinanziato dall’Unione europea, l’allevamento avicolo contribuirà al miglioramento della dieta giornaliera dei reclusi, oltre a garantire una formazione professionale per un loro futuro anche fuori dal carcere.
Con il mese di settembre, ogni lunedì a pranzo, pollo per tutte!

martedì 18 settembre 2012

Burkina Faso: In crisi 16 milioni di persone

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(Marianna Mormile da Banfora) - A causa della siccità, nella stagione agricola appena conclusa, il Burkina Faso ha registrato un deficit di 154.463 tonnellate nella raccolta di cerali. Una realtà che ha determinato uno stato d’insicurezza alimentare per 186 comuni e per 16 milioni di persone, sei volte più dei danni registrati nella passata stagione.
Vista la gravità della situazione, si è rea necessaria da parte del Consiglio Nazionale di Sicurezza Alimentare l’elaborazione di un Piano nazionale di sostegno.
Le regioni più colpite dalla crisi alimentare sono quelle dell’area saheliana, dove cereali come il miglio, il mais e il riso, che sono alla base dell’alimentazione burkinabé, hanno conosciuto un forte aumento dei prezzi costringendo alcune famiglie a nutrirsi esclusivamente di foglie. Il prezzo di un sacco di mais è passato ad esempio da 12.500 a 22.500 Fcfa, ovvero da 19€ a 34€. Dunque la crisi alimentare ha delle ricadute dirette e pesanti sullo stato nutrizionale delle categorie più vulnerabili, tra cui ovviamente i bambini.
Oggi in Burkina Faso si contano un milione di bambini, minori di 5 anni, che soffrono uno stato di malnutrizione acuta severa. Proprio alla lotta contro malnutrizione di mamme e bambini è dedicato il Programma “Mamma” che ProgettoMondo Mlal realizza in collaborazione con l’Unicef.

lunedì 17 settembre 2012

Italia: Solidarietà in rete

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Una “buona” ricetta di cucina per la sicurezza alimentare del Sud del mondo. L'idea è partita da una foodblogger milanese firma de Lo Spilucchino (spilucchino.blogspot.it), Virginia Portioli. Entusiasta della nostra campagna “Io non mangio da solo” Virginia ha pensato di coinvolgere con il supporto del sito Gastronomiamediterranea.com la sua rete di colleghe, che come lei amano declinare l’idea di genuinità e bontà del cibo a quella della creatività, in un contest di idee-ricetta. Il Contest “Io non mangio da solo” chiede l'invio di una ricetta fatta con il pane, una sua immagine ad alta definizione e una motivazione che leghi la ricetta o l'idea creativa al concetto di diritto al cibo o al tema dell'alimentazione in generale. Perché appunto nessuno mangi più da solo. Le 12 ricette premiate diventeranno il calendario fotografico ProgettoMondo 2013: "Buono come il pane". Tutte le altre verranno successivamente pubblicate in un libro. L’obiettivo del contest, che scadrà il 16 ottobre, Giornata Mondiale dell'Alimentazione, è quello di raccogliere fondi per garantire il diritto al cibo con 10 progetti in 8 Paesi del Sud del mondo e per tenere desta tutta la nostra attenzione e partecipazione su questo tema. Info e regolamento su: spilucchino.blogspot.it - email: iononmangiodasolo_contest@mlal.org

domenica 16 settembre 2012

Haiti: La furia di Isaac

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(Luisa Gelain da Fonds Verettes) - Nel già martoriato Paese di Haiti il passaggio della tempesta tropicale Isaac, avvenuto tra il 24 e il 27 agosto scorsi, ha lasciato in ginocchio 10 comuni del Sud-Est: qui le coltivazioni di banani, avocado e mais sono andate distrutte per l’80 e l’85%, così come la maggioranza dei sistemi di irrigazione sono stati fortemente danneggiati. Dunque la sicurezza alimentare e produttiva, già drammaticamente precarie ad Haiti, sono oggi ancora più incerte e rischiano davvero di portare alla fame altre centinaia di famiglie “Se si vogliono arginarne gli incredibli effetti dell’ennesimo disastro ambientale in Centroamerica la risposta istituzionale deve essere immediata”. A denunciarlo è l’equipe di ProgettoMondo Mlal Haiti che nel comune di Fonds Verettes, nell’area colpita da Isaac, ha la sede del proprio progetto di cooperazione allo sviluppo cofinanziato dall’Unione Europea, “Viva Haiti”: “Le comunità denunciano nel solo territorio comunale il 43% di perdite tra i capi di bestiame e il 66% degli orti distrutti. Per questo motivo, al fianco dei partner locali, ovvero le associazioni di agricoltori e produttori, è stato chiesto al governo haitiano l’avvio immediato di un programma di sovvenzioni a sostegno della produzione agricola.

sabato 15 settembre 2012

Il via alla campagna

Da sempre ProgettoMondo Mlal si occupa di diritto al cibo. In primis perché la fame e la povertà assoluta identificano la condizioni degli “ultimi” tra gli “ultimi”, quelle donne e uomini cui più di ogni altro è negata la dignità umana. Ma anche perché, queste donne e questi uomini, sono molto spesso componenti di famiglie contadine in zone dimenticate e difficili che, paradossalmente, possono trasformarsi nella migliore e più efficace soluzione al problema. La nostra esperienza in Africa e in America Latina è ricca di esempi che dimostrano come questo sia realmente possibile! Parallelamente però, anche nei nostri Paesi al Nord del mondo, i temi dell’alimentazione, della produzione, come della commercializzazione e del consumo, vengono sempre più spesso declinati con quelli dell’etica, della giustizia sociale, e i valori dell’origine e della qualità di ogni singolo alimento. Tutto ciò ci dice che “Non mangiamo più da soli”, in ogni senso. E che, anzi, proprio per questo, dobbiamo condividere ancora di più la riflessione sul diritto al cibo. La fame che ancora colpisce milioni di persone nel mondo è in realtà un problema che riguarda tutti noi. L’obiettivo di questa campagna è proprio fare diventare contagioso l’impegno a non mangiare da soli e coinvolgere il maggior numero di persone, perché è qualcosa di buon senso farlo e perché in fondo risulta naturale a tutti. La campagna “Io non mangio da solo”, che si apre ufficialmente il 15 settembre per concludersi dopo le festività natalizie, metterà allora in campo molte iniziative e di vario tipo, cosicchè tutti possano riconoscersi –ed aderire- almeno a una delle nostre proposte: con la mostra didattica “Mangiare bene, mangiare tutti” ci rivolgiamo al mondo delle scuole Primaria e Secondaria, alle amministrazioni locali e alla cittadinanza in generale; così come il concorso di idee “Per parole&immagini” permette ad adolescenti e gruppi giovanili di sperimentarsi nelal comunicazioen sociale; il fotoracconto “Un giorno con Melita” si presta invece per l’organizzazione di piccoli eventi rivolti all’infanzia, come una lettura animata o piccoli laboratori di gruppo; il gadget scelto per questa campagna, ovvero una shopper prodotta da artigiani africani, diventa veicolo di raccolta fondi e un’idea di dono solidale; ai risoratori si chiede invece di partecipare alla campagna promuovendo una cena di solidarietà o creando un piatto dedicato per destinare il ricavato in beneficienza; ai media e al mondo dell’informazione in generale verranno proposte, ogni giorno per 4 mesi, 120 news provenienti dai 6 Paesi e i 2 continenti coinvolti nella campagna e lo spot sociale “Il diritto al cibo sta tutto in un piatto”, così da sollecitare nell’opinione pubblica attenzione e approfondimento sul tema; il videodocumentario “Con permesso voglio crescere” girato in Bolivia, e 6 videointerviste con altrettanti cooperanti impegnati sul campo, diventano possibili spunti per promuovere incontri e seminari; alle piccole realtà sociali di volontariato, sempre attente a raccogliere nuove idee attorno a cui mobilitare i territori, offriamo gadget e materiali per allestire banchetti; infine per tutti coloro che fanno dell’alimentazione una passione o un lavoro, proponiamo con il sostegno delle migliori food blogger italiane un contest di ricette sul tema del pane, alimento base nella storia dell’umanità, da cui uscirà una pubblicazione e un calendario per il 2013, un anno buono come il pane. Insomma, è proprio il caso di dirlo, ce n’è per tutti i gusti. Basta apparecchiarsi ciascuno da qualche parte. E poi avanti… c’è posto per tutti. Da oggi la campagna “Io non mangio da solo” conta su ciascuno di voi!